Autore: FIAB Pisa (Pagina 1 di 2)

Un parcheggio tira l’altro

La “mancanza di parcheggi” è un tormentone che, con sempre maggior frequenza, ritorna agli onori delle cronache. Ciò accade per un motivo molto semplice: in assenza di azioni efficaci per promuovere la mobilità sostenibile, i cittadini cercano di risolvere i propri problemi di mobilità usando l’auto privata anche per brevi spostamenti, finendo così col saturare strade e parcheggi.

E purtroppo, in mancanza di una strategia coerente, immancabilmente viene proposta la “soluzione” più semplicistica: asfaltare aree verdi per ricavare nuovi posti auto. Ma realizzare nuovi parcheggi è una pessima idea, non solo perché comporta un ulteriore consumo di suolo, ma soprattutto perché sono un ulteriore incentivo all’uso dell’auto, e quindi finiscono per aggravare il problema.

La smania di nuovi parcheggi sembra essere una tentazione trasversale: dopo il progetto di crearne uno nel giardino delle scuole Filzi presentato dall’amministrazione, è ora un consigliere dell’opposizione che propone di asfaltare il prato di fronte alla COOP per creare una grande area di parcheggio destinata a favorire l’accesso in auto al complesso scolastico del Concetto Marchesi.

Da parte nostra auspichiamo che la politica affronti il problema con maggiore serietà e lungimiranza. Perché il problema della mobilità urbana è una questione seria e va affrontata in maniera coerente e organica, puntando a favorire le alternative all’auto privata: dalla mobilità attiva, allo sharing, al trasporto pubblico.

Questa città non è un garage

Le recenti proteste dei cittadini per problemi di mobilità e le risposte fornite dall’amministrazione mostrano da una parte un notevole scontento dei pisani e dall’altra un deficit di visione da parte del Comune.

Il dibattito cittadino è infatti molto vivo per quanto riguarda come muoversi in città, come e dove parcheggiare, come regolare gli ingressi in ZTL; e le polemiche su piazza San Francesco, sulla zona del Tribunale, sulle multe nel quartiere di Sant’Antonio e sulle richieste del comitato Santa Maria, ne sono una dimostrazione. Eppure a fronte di tante critiche e lamentele, alcune condivisibili, la risposta dell’amministrazione è tardiva e inadeguata, dato che si limita a reiterare la promessa di nuovi parcheggi.

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Sembra che questa amministrazione non si renda conto che rincorrere la domanda di parcheggi con la promessa (insostenibile, e spesso anche velleitaria) di dare ulteriore spazio alle auto non risolve il problema, ma semmai lo aggrava; basti pensare che, in base ai dati ACI, il tasso di motorizzazione a Pisa è aumentato di 2,5 punti percentuali rispetto al 2016, arrivando a 61,5 auto ogni 100 abitanti, un livello decisamente insostenibile. Tanto da arrivare all’assurdo che i permessi di ingresso in ZTL Nord sono ben 4 volte superiori al numero di posti disponibili (7810 permessi su 1928 posti, come dichiarato dall’assessore Dringoli); di conseguenza migliaia e migliaia di auto quotidianamente entrano in città per i più disparati motivi, trovandovi poi parcheggio come capita. 

Il problema di fondo è la mancanza di una strategia. Come intende affrontare queste questioni, così cruciali per pisani, il Sindaco? Continuando a dare risposte estemporanee ad ogni comitato che sorgerà in futuro? Creando parcheggi multipiano in angoli di estremo pregio monumentale? Consentendo la sosta nelle piazze del centro storico? Si tratta di scegliere quale città si intende amministrare: una città che per la sua bellezza potrebbe essa stessa diventare tutta patrimonio Unesco o una città garage dove chiunque voglia entrare in centro vi trovi un parcheggio?

Il tema della mobilità è un tema cruciale, che necessita di politiche coraggiose di lungo periodo, le uniche capaci di ridisegnare una città vivibile e a misura dei propri cittadini. Occorre partire da una road map di interventi che portino ad una graduale ma decisa riduzione delle auto, non solo di quelle in circolazione, ma anche, e soprattutto delle auto possedute dai residenti; contestualmente bisogna garantire la mobilità dei cittadini migliorando l’offerta di servizi (trasporto pubblico, servizi di sharing, etc.) e favorendo la mobilità attiva, dando cioé maggiore spazio a chi si muove in bici o a piedi, e adottando misure che garantiscano la sicurezza di questi utenti vulnerabili.

Questa è la direzione nella quale stanno andando molte città, anche italiane. Chissà che così facendo Pisa guadagni qualche posto nelle classifica delle città più vivibili. Ad oggi… siamo in caduta libera.

Ciclabili asfaltate in zone golenali

Nel question time all’ultimo consiglio comunale l’assessore Dringoli ha affermato che sul tratto di argine tra il ponte di Riglione e il tondo delle Piagge non si potrebbe realizzare una pista ciclabile asfaltata a causa di un veto del genio civile regionale, contrario a priori all’uso dell’asfalto nelle zone golenali.

A noi pare che questa versione sia inesatta, in quanto non ci risulta alcun divieto assoluto all’uso dell’asfalto: gran parte delle più famose piste ciclabili europee ed italiane si trovano in golena o su argini, e sono perfettamente asfaltate. E la Toscana non fa eccezione: a Grosseto è stata autorizzata l’asfaltatura del tratto di pista che corre sull’argine nord dell’Ombrone fino al ponte ciclopedonale; ancor più vicino a noi, nel comune di Calcinaia, il genio civile ha autorizzato l’asfaltatura di un tratto di ciclabile in golena. proprio per un tratto della ciclopista dell’Arno.

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Ricordi di Paolo

La settimana scorsa è improvvisamente venuto a mancare il nostro socio Paolo Locci. Qui sotto due ricordi: il primo, collettivo, di FIAB Pisa, l’altro dei nostri soci Dalia e Andrea, che accompagnavano Paolo nel suo ultimo biciviaggio.

Paolo Locci ha incontrato Fiab Pisa nell’aprile 2007, al banchino che avevamo montato alla Fiera di Pontasserchio, ed è stato amore a prima vista. Paolo condivideva infatti, come molti di noi, le idee e gli scopi dell’associazione ancor prima di sapere che esisteva. “Questa è casa mia”, ha pensato e da allora ha condiviso l’esistenza degli amici della bicicletta pisani, partecipando a tutte le iniziative e portando il suo contributo per molti anni anche come dirigente. Quell’aggettivo che originariamente faceva parte del nome della nostra Federazione, “Amici”, non ha affatto connotazioni retoriche per molti di noi: ci univa e ci unisce la condivisione di valori comuni, come la solidarietà, la gentilezza, l’amore per le cose semplici ed essenziali, il rispetto per l’ambiente e per gli altri, la mitezza, la disponibilità a superare gli egoismi, e anche, perché no, il gusto per la convivialità.

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Una questione di metodo

Grazie ai fondi del PNRR per il potenziamento delle ciclovie urbane Pisa ha l’opportunità di aggiungere degli importanti tasselli della rete ciclabile cittadina; in particolare è molto positivo che tale rete arrivi anche ai quartieri periferici, come il CEP.

Febbraio 2021: il nostro flash mob in via Fossa Ducaria, per chiedere un collegamento ciclabile sicuro per il quartiere del CEP.


Tuttavia la mancanza di visione rischia di sabotare lo sforzo economico del PNRR: per rimanere al caso del CEP, per connettere il quartiere alla pista del trammino bisognerà pesantemente rimettere mano alla rotatoria all’incrocio con viale D’Annunzio, realizzata solo tre anni fa senza tenere minimamente conto della mobilità ciclistica.

Oggettivamente pericolosa: tracce di un incidente alla rotatoria del CEP

Proprio per evitare questi errori progettuali le passate amministrazioni avevano istituito l’Ufficio bici e la Consulta della bici: il primo doveva gestire la regia di tutti gli interventi riguardanti la mobilità ciclistica mentre la Consulta avrebbe dovuto vigilare che gli interventi previsti tenessero adeguatamente conto delle esigenze di chi si muove in bicicletta.
Purtroppo negli ultimi anni l’Ufficio bici è stato depotenziato, mentre la Consulta viene sempre più spesso bypassata, perfino quando si tratta di realizzazioni di piste ciclabili.
Questa situazione ha favorito il moltiplicarsi di progettazioni discutibili quando non di vere e proprie aberrazioni progettuali: basti pensare alla nuova rotatoria di San Piero (all’uscita della Fi-Pi-Li) dove i lavori effettuati non hanno in alcun modo tenuto conto della mobilità ciclistica, nonostante il PUMS del Comune di Pisa prevedesse una ciclabile attraverso questo snodo.

La rotatoria di San Piero, pur essendo su un percorso ciclabile previsto dal PUMS, non contempla la mobilità ciclistica.

Lo stesso problema si è presentato anche con progetti che riguardano direttamente la mobilità ciclistica, come la pista in progetto per via Contessa Matilde. Qui l’amministrazione prevede di spostare la pista esistente sul lato mura, dove  l’attuale percorso pedonale verrebbe trasformato in un ciclopedonale promiscuo allargandolo a 3 metri. Una  scelta non  preventivamente concordata e comunicata in Consulta solo a cose fatte (dopo essere uscita sui giornali), che è estremamente discutibile, per vari motivi. Da un lato mette in conflitto bici, pedoni e monopattini, costringendoli alla promiscuità in uno spazio angusto. Dall’altro riduce lo spazio per la mobilità attiva, e non costituisce un ampliamento della rete ciclabile cittadina (dato che la pista sul lato nord verrebbe cancellata), e ciò viola le prescrizioni ministeriali (contenute nel DM 509 del 15/12/2021) mettendo a rischio il finanziamento del PNRR.
Crediamo quindi che sia opportuno mantenere la pista ciclabile sul lato nord di via Contessa Matilde, regolandola a senso unico (nel senso delle auto), in modo che sia a norma.

Ultimo, ma non per importanza, vorremmo che la progettazione della mobilità ciclistica procedesse con una visione coerente e lungimirante, con una regia unica, e soprattutto coinvolgendo attivamente la Consulta della bici: proprio questo modo di procedere ha permesso alla nostra città di ottenere ottimi risultati, come per esempio la pista del trammino.

La pista del trammino, tratto terminale della Ciclopista Arno: un successo targato FIAB

Lettera aperta

Ieri abbiamo inviato al sindaco di Pisa Michele Conti una lettera aperta (che trovate qui sotto) chiedendogli di esprimersi contro la revoca dell’azzeramento del fondo residuo per le ciclabili urbane.
Analoga richiesta abbiamo avanzato oggi al consiglio comunale, chiedendo di approvare una mozione urgente sul modello di quella del consiglio comunale di Bologna; molti altri comuni italiani si sono già attivati per preservare il fondo per le ciclabili urbane.

FIAB ha anche lanciato un appello online: firma anche tu!

A partire dal primo gennaio 2023 il bilancio dello Stato non avrà più un euro per le ciclabili urbane. Il testo della Legge di Bilancio, “bollinato” dalla Ragioneria Generale dello Stato, è arrivato alla Camera dei Deputati, e nella nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è purtroppo stato subito evidente il taglio totale dei fondi residui. 

I 94 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024, che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e non ancora assegnati, verranno azzerati, compromettendo ogni prospettiva di sviluppo delle modalità di spostamento a impatto zero (mobilità attiva e micromobilità).

Ciò è ancor più grave se consideriamo l’arretratezza del nostro paese in tema di mobilità ciclistica, un dato certificato (se mai ce ne fosse bisogno) dal dossier “Non è un paese per bici” pubblicato pochi giorni fa da Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente. Da questo rapporto è evidente l’enorme gap di ciclabilità tra le città italiane e le leader in Europa: per colmare il ritardo del nostro paese sarebbe necessario quadruplicare i chilometri di percorsi ciclabili, per una spesa complessiva di 3,2 miliardi di euro. 

Per tutti questi motivi crediamo che azzerare il fondo sia una scelta dissennata, che compromette la transizione verso un sistema di trasporti più sostenibile, e condanna le nostre città a essere sempre più inquinate e intasate dal traffico.

Le chiediamo pertanto di far sentire la sua voce, e sostenere l’appello che FIAB, insieme a altre associazioni ambientaliste, ha lanciato: gli investimenti sulla mobilità ciclistica sono quanto mai necessari per rinnovare il sistema dei trasporti nelle nostre città, di conseguenza i finanziamenti non vanno eliminati, ma anzi devono essere aumentati per colmare il gap che ancora ci separa dai paesi più virtuosi. 

Perché senza sostenibilità, non c’è né sviluppo né futuro.

Post scriptum: l’appello per il mantenimento del fondo è stato presentato nella seduta del Consiglio Comunale del 13 dicembre dal consigliere Francesco Auletta, ma è stato boicottato dalla maggioranza di centrodestra, che non ha partecipato alla votazione facendo così mancare il numero legale.
La mobilitazione ha prodotto un piccolo risultato: il finanziamento per le ciclabili urbane non è stato azzerato, ma è stato fortemente decurtato, passando da 94 a 10 milioni.

Risultato della votazione: in verde i favorevoli, arancione i voti non espressi, in bianco gli assenti.

Novità dalla Tirrenica

Finalmente è ufficiale: il tracciato definitivo della Ciclovia Tirrenica tra Viareggio e Torre del Lago passerà per viale dei Tigli, come aveva chiesto il coordinamento delle associazioni FIAB della Toscana.

Una chiara indicazione per viale dei Tigli viene infatti dall’autorevole tavolo tecnico del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile (MIMS), e per questo risultato è stato determinante l’intervento dei due rappresentanti FIAB in commissione: l’ing. Giovanni Cardinali e Antonio Dalla Venezia.

In effetti la notizia ci era già arrivata in via ufficiosa diversi mesi fa (il tavolo ha terminato i lavori in primavera) ma solo oggi la notizia è diventata di dominio pubblico.

E’ molto importante che il tracciato principale della Tirrenica corra su viale dei Tigli, perché in questa collocazione la pista assume anche una importante valenza urbana, collegando in maniera sicura Torre del Lago col centro di Viareggio, servendo i numerosi campeggi che affacciano sul viale. Inoltre solo su viale dei Tigli è possibile realizzare un’infrastruttura di altissima qualità: ampia, asfaltata, ben ombreggiata, e pure illuminata.

Ora che il tracciato definitivo è stato individuato, FIAB Pisa sta organizzando un convegno per l’autunno al quale sarà invitato l’Ente Parco, gli amministratori degli enti locali interessati dal progetto, le categorie produttive, ma anche i singoli cittadini. L’obiettivo sarà quello di illustrare il tracciato ufficiale sottolineando le enormi opportunità di questa infrastruttura la quale, se realizzata con alti standard, rivoluzionerà il modo in cui viene fruita la costa Tirrenica.

Lavori in corso

La settimana scorsa i giornali hanno dato conto di alcune lamentele per la situazione del traffico in via Bonanno, dove il cantiere per realizzare la pista ciclabile riduce la carreggiata.

Ovviamente i lavori stradali per le nuove realizzazioni, come quelli per le manutenzioni, qualche disagio alla circolazione lo possono causare, ma il  vero problema è che i volumi di traffico motorizzato sono insostenibili, e andrebbero ridotti incentivando l’uso di mezzi alternativi.
Proprio per questo la nuova ciclabile potrà contribuire a migliorare la situazione: dato che permette di pedalare in sicurezza anche sulla trafficatissima via Bonanno, essa rappresenta un forte incentivo all’uso della bici in città.

E’ stato anche obiettato che la ciclabile avrebbe eliminato la corsia bus. In realtà questo è solo un problema temporaneo: infatti il progetto prevede di mantenere la corsia del bus restringendo quelle dei veicoli.

In questo modo la ciclabile ottiene anche un importante effetto di moderazione della velocità, rendendo la via un po’ più vivibile e migliorando decisamente la sicurezza degli attraversamenti  su un’arteria che ha visto numerosi pedoni falciati sulle strisce, talvolta con esiti tragici.

Video della presentazione del progetto nella seduta del 10dic2020 della Prima Commissione Consiliare Permanente

La qualità ripaga

Il comune di San Giuliano Terme sta ultimando un tratto di pista su via Goldoni che collegherà il centro di Ghezzano con la via dei Condotti, e quindi con Pisa. Questo nuovo percorso ciclabile potrebbe rappresentare un notevole progresso per la mobilità sostenibile:  viene finalmente eliminato il grave problema di sicurezza che rende improponibile l’uso della bici per molti di coloro che da Ghezzano devono spostarsi su Pisa.

Le piste non asfaltate sono spesso inagibili.

Ma affinché questo nuovo collegamento ciclabile sviluppi appieno il proprio potenziale deve essere realizzato con standard di qualità: deve avere un ampiezza adeguata, e soprattutto essere scorrevole. E qui c’è un problema: l’amministrazione di San Giuliano Terme non solo non ha provveduto a riqualificare il tratto di pista sterrato che corre lungo i condotti, ma sta realizzando anche il nuovo tratto di via Goldoni con le stesse caratteristiche, ovvero non asfaltato. Sembra quasi che questa amministrazione consideri la bicicletta solo uno strumento ludico, e non un mezzo di trasporto al pari dell’auto; ciò è in aperta contraddizione non solo col Codice della Strada, ma con le stesse politiche di promozione della mobilità sostenibile che hanno motivato il finanziamento di quest’opera.

L’esperienza ci insegna che le piste non asfaltate risultano poco attrattive: non incentivano l’uso della bici, e anzi spesso non vengono usate nemmeno da chi la bici comunque la usa. Piste realizzate con standard così scadenti sono poco proponibili per gli spostamenti quotidiani: in breve tempo si riempiono di buche e pozzanghere al centro, e vengono divorate dalla vegetazione ai lati.

FIAB Pisa chiede all’amministrazione di San Giuliano Terme di prevedere  a breve la ripavimentazione di tutto il tratto sterrato: solo così si potranno cogliere appieno i vantaggi di un percorso potenzialmente molto utile. Non farlo sarebbe un errore, anche sul piano comunicativo:  l’intera opera verrebbe percepita come uno spreco di denaro pubblico, visto che a causa del tratto sterrato sarebbe certamente sotto-utilizzata dai ciclisti.

Non sprechiamo questa opportunità: le ciclabili di alta qualità sono opere che cambiano le abitudini di spostamento, e proprio per questo trovano un larghissimo consenso. Basti pensare al tratto  della pista del trammino tra Pisa e Marina: una ciclabile molto utilizzata e amata, tanto che la sua utilità è evidente a tutti, perfino a chi non va in bici.

Il trammino: una ciclabile per tutti.

Ciclostaffetta Arno 2022

Tutte le informazioni per partecipare sono reperibili sul volantino. Ricordatevi di comunicare la vostra partecipazione entro giovedì 23 giugno, scrivendo un mail a giacomo@fiabpisa.it

Quattordici anni dopo la prima ciclostaffetta Arno del 2008, il coordinamento FIAB della Toscana ripropone l’iniziativa, allo scopo di toccare con mano i progressi degli ultimi anni, e per esaminare quali siano ancora le criticità da risolvere per completare l’opera.

Ciclostaffetta Arno 2008: foto di gruppo

La ciclostaffetta Arno 2022 inizia sabato 25 giugno con due gruppi di ciclisti, uno in partenza da Pisa e uno dal Casentino, che pedaleranno fino a incontrarsi domenica 26 giugno a Firenze. Lungo la via sono previsti incontri on the road con gli amministratori dei comuni attraversati dalla ciclostaffetta.

In particolare il gruppo di Pisa pedalerà sabato fino a Empoli (dove è possibile pernottare – anche se ci sono posti limitati) per poi ripartire domenica mattina alla volta di Firenze. Ritorno in treno.

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